Dovrebbe approdare presto sulle nostre strade l’Airpod, la prima auto ad aria compressa della storia. Prodotta da un’azienda francese chiamata MDI (Motor Development International), l’Airpod verrà testata a partire dal prossimo mese all’interno dell’aeroporto Schiphol di Amsterdam in sostituzione delle vetture elettriche di servizio.
Molte speranze sono riposte in questo nuovo tipo di auto ecologica, tanto che un giornalista esperto di motori del quotidiano inglese Guardian, si è recato a Carros, cittadina vicino a Nizza, dove ha sede la MDI, per vedere e provare di persona questa innovativa tecnologia che nelle promesse potrebbe cambiare il mondo della circolazione stradale.
La Airpod è lunga circa due metri ed al posto di un volante ha un joystock. Può raggiungere i 70 km orari, cosa che la renderebbe adatta solo ad un uso cittadino, costa circa 3500 euro e con una ricarica di aria compressa (dal costo di un euro) riesce a percorrere oltre 200 chilometri . Il suo grande pregio è di avere zero emissioni e zero carburante ma sono tanti i difetti o comunque le mancanze che difficilmente la renderanno competitiva.
Il giornalista del Guardian è rimasto positivamente colpito anche perché dalla MDI promettono nuovi modelli entro la fine dell’anno capaci di raggiungere i 110 chilometri orari. I nuovi modelli dovrebbero essere dotati anche di 4 ruote, rispetto al modello attuale che ne ha solo 3 e di 5 porte.
Ma le perplessità sono tante a partire dall’aspetto poco invitate, passando per le basse velocità che riesce a raggiungere fino al problema della produzione dell’aria compressa necessaria per il suo funzionamento. Come fanno notare su Pianeta.it per comprimere l’aria è necessaria l’energia elettrica e da noi quest’ultima viene prodotta tramite il gas, noto per emettere CO2. In pratica il risparmio in emissioni di CO2 si ha semplicemente dal fatto che l’auto è piccola e leggera e necessita di non troppa aria compressa.
Non so se questa nuova tecnologia avrà realmente successo, intanto però la MDI sta facendo affari d’oro e già nel 2007 ha stipulato un contratto di 40 milioni di euro con il gruppo indiano Tata.