Troppi i morti sulle due ruote

di chantal 24 ottobre 2007

L’Italia è la nazione europea dove si registrano il maggior numero di incidenti su due ruote. Nel 1994 eravamo al terzoposto come numero di vittime (19% del totale), dal 2003 siamo al primo posto con 1.441 vittime (24%) che sono diventate 1.474 nel 2004 (26%) e 1.404 nel 2005 (26%).

Secondo le previsioni della Consulta nazionale per la sicurezza stradale con l’attuale trend nel 2010 le vittime in incidenti con moto e ciclomotori toccheranno quota 30%. I motociclisti che muoiono sulle nostre strade sono il 26% delle vittime totali, con punte che toccano anche il 50/60% nel fine settimana.

A parere di Giordano Riserbi, presidente dell’Associazione Amici della Polizia Stradale (Asaps) “le cause di questa situazione sono note. Un parco mezzi in espansione, un ritorno alle due ruote di conducenti non più giovanissimi per esigenze di mobilità nelle grandi città, potenza esagerata della classe motocicli (molti modelli arrivano a 130 km/h in prima marcia, vanno da 0 a 100 in 3 secondi, raggiongono velocità di 270/300 km/h), infrastrutture stradali che per la loro scarsa manutenzione, (in particolare del fondo stradale e per i taglienti guard rail nelle vie di fuga) e carenza nella segnaletica, non permettono errori che spesso si rivelano fatali”.

Negli altri paesi europei si stanno cercando delle soluzioni per risolvere questo grave problema. In Spagna, dove è emerso che il 28% dei motociclisti coinvolti in incidenti ha la patente da meno di 3 anni, si è deciso di vietare le maxi-cilindrate fino a 24 anni. “Tutto è cominciato analizzando in tempo reale i dati dell’incidentalità iberica – spiegano quelli dell’Asaps – nei primi 6 mesi del 2007, i motociclisti uccisi sono risultati essere 244, 53 in più rispetto allo stesso periodo del 2006, con un aumento del 28%. Lo scorso 11 settembre, pochi giorni prima di diffondere l’analisi statistica appena elaborata, il bollettino è stato aggiornato e le vittime delle due ruote sono divenute 390. Agosto ha segnato un aumento del 50% rispetto al mese precedente: una follia”. In pratica, un diciottenne, prima di poter salire su una mille, deve aspettare almeno 6 anni, il tempo necessario ad accumulare della preziosa esperienza. Forse, un esempio da imitare

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